Il collegamento é facile da fare. Bob Marley cantava
“Stand up for your rights” - alzati in piedi per i tuoi
diritti, ergiti a difensore della tua dignitá umana.
Ci sembra cosí lontano questo richiamo, nel tempo, nello
spazio…associato a popolazioni intere che si ribellavano ai vecchi
colonizzatori per avere riconosciuti i propri diritti, quei diritti che sono
indispensabilmente riconosciuti ad ogni uomo.
Un richiamo cosí separato dalla realtá in cui viviamo, quasi
innecessario da fare ora, qui...
Purtroppo, peró, non é cosí.
Viviamo in un mondo in cui lo sdegno per l’ingiustizia e la
mancanza di buonsenso é ormai sopito sotto le macerie di un sistema che sforna milioni
di persone autoconformanti, stampate ogni giorno in grande quantitá. Tutti
uguali, tutti con lo stesso logo stampato addosso, tutti piatti, tutti con la stessa
inconscia paura di fare un passo fuori dalla linea. Pena: l’ignoto, il caos
probabilmente.
Ecco allora perché alzarsi in piedi. Qui e ora.
Per riaffermare la nostra dignitá di esseri umani. Di individui,
di persone uniche e pensanti, al di fuori da qualunque stadard ci possano
imporre. Siamo complesse unitá di pensiero ed emozioni, che si fondono insieme in
societá ancor piú complesse...in sistemi decisamente non uniformi, vivi e
constantemente in evoluzione. In questo momento credo che la necessitá sia quella
di fare un passo fuori dalla massa incolore, di alzarsi in piedi e gridare con
tutta la forza che si ha in corpo “io ci sono ancora!”, di riaffermare la
nostra individualitá e la nostra capacitá, la nostra necessitá di forgiare ognuno
per sé il proprio futuro, il proprio cammino. Criticamente, consciamente. Cogito
ergo sum.
Il nostro piccolo mondo si sta ampliando inesorabilmente e
ci lascia nudi...nudi di fronte alla pochezza di ció che fino ad appena un momento
fa credevamo solido come la roccia. La nostra percezione delle cose, le nostre motivazioni,
la nostra abilitá di ragionare e di trarre conclusioni, la nostra voglia di
fare possono espandersi talmente tanto da rischiare un senso di vertigine. Cosí
a volte puó succedere anche che quel lumicino che arde flebile come una candela
dentro di ognuno di noi inizi all’improvviso a crescere, sempre di piú...inesorabile,
fino a diventare fuoco che arde e ci consuma. Capisci che non si tratta piú di
qualche luogo lontano in qualche momento storico, ma che si tratta di qui e ora.
Di fronte all’abisso del tutto, dell’ovunque e del sempre, capisci che l’unica
cosa che ha importanza é il qui e l’ora.
E allora capisci che é ora di rimboccarsi le maniche e fare
qualcosa. Qualsiasi cosa. Ognuno secondo le proprie possibilitá, il contributo
che puoi dare é insostituibile. E allora in piedi, si comicia...
Mi alzo in piedi contro l’ignoranza perché credo che ce ne
sia bisogno. Perché non si parla piú, tante volte, al di lá dei luoghi comuni e
delle banalitá. Perché la cultura é mercificata e disprezzata, soppiantata da
falsi valori che ci rendono ciechi di fronte allo scempio quotidiano che
abbiamo davanti. Per tornare ad essere arbitri delle nostre scelte e smettere
di essere burattini.
Mi alzo in piedi perché c’é bisogno di consapevolezza. E il
primo passo per risolvere un problema é riconoscere di averlo.
Perché dopo aver assorbito quanto possibile fino ad ora, é forse
arrivato il momento di fare la mia piccola parte; aspettare di piú non avrebbe
senso, sarebbe tempo perso.
Mi alzo in piedi contro la paura del diverso e la mancanza
di dialogo. Mi alzo in piedi contro la paura dell’ignoto.
Mi alzo in piedi contro l’immobilitá che ci avvolge e ci
stordisce. Immobilitá fisica, sociale, culturale...ci siamo tutti immersi fino
al collo. E puzza.
Abbiamo di fronte a noi un’era fantastica. Parole che girano
alla velocitá della luce, che rimangono scoplite per sempre nell’etere e nelle
menti di chi le ha condivise. Hanno il potere piú grande che ci sia stato
concesso, spesso sottovalutato: quello che deriva dalla volontá, dalla
dedicazione a una causa, dalla voglia di far sentire la propria voce, dalla
necessitá di affermarsi come persona e distinguersi dalla massa...come essere
umano, come entitá pensante individuale, unica e per questo da rispettare. E da
ascoltare. Possibilitá finora mai offerte che sono lí, pronte ad essere colte
da chiunque lo voglia.
Voglio che questo spazio serva a motivare il pensiero e la
riflessione, che sono l’anticamera dell’azione. Voglio che spinga a far nascere
qualche opinione personale, rispetto magari a problemi finora nascosti o anche
solo ignorati, animando poi alla discussione. Perché spesso siamo troppo pigri
anche per unire qualche sinapsi, e diciamo pure che qualcuno in questo preciso
momento ci sta godendo come un riccio.
Quello che questo spazio non vuole essere é invece un mezzo
di comunicazione unilaterale. Tutto quello che scrivo rappresenta un tremolante
punto provvisoriamente raggiunto nella mia visione delle cose, dopo una serie
di eventi ed esperienze che in quasi 28 anni di vita mi hanno portato ad essere
la persona che sono. Qui e ora. Probabilmente rileggendo queste pagine in
futuro proveró tenerezza o un accondiscendente senso di divertimento per quel
ragazzo che scriveva. Ma non é questo il punto.
Chi scrive non crede nella perfezione intesa come stato
ultimo da raggiungere o raggiungibile in sé; crede nel continuo miglioramento.
Lo stesso vale per la conoscenza; é una chimera che inseguiamo quotidianamente
ma non raggiungeremo mai; é proprio la conoscenza raggiunta che ci spinge a farci
nuove domande, porci altri quesiti cui rispondere...
é la costante ricerca di un’irraggiungibile perfezione a
farci migliorare
é la conoscenza stessa a farci capire che non ne avremo mai
abbastanza
Credo nel miglioramento continuo e senza limiti, e credo sia
possibile solo attraverso uno sforzo di apertura mentale. Un’inesorabile
convinzione di essere costantemente in viaggio verso un posto migliore. Una
sorta di zingaraggio mentale. In cui é il viaggio stesso peró a meritare attenzione,
perché la meta in realtá non esiste.
In definitiva, mi piacerebbe che questo spazio di
riflessione servisse sí per potervi comunicare le mie idee, ma anche per poter
ricevere contributi da chiunque (C H I U N Q U E) e imparare da tutti (T U T T
I).
Per migliorare costantemente ed evolvere la mia visione
delle cose in qualcosa che mi possa aiutare ad essere una persona migliore
per aiutare gli altri
magari, anche ad alzarsi in piedi.