mercoledì 4 aprile 2012

Ordine e l'illusione del controllo


DOMANDE

Mi sono sempre chiesto perché sará poi tanto importante conservare la biodiversitá. Certo, vedere il ritmo crescente con cui le specie si estinguono dopo milioni di anni di faticosa evoluzione é un gran dispiacere.  Specie se pensiamo che forse abbiamo piú di qualche responsabilitá a riguardo. Ma, diciamo, da un punto di vista prettamente ego(istico)centrico cosa ce ne importa a noi esseri umani se decine di specie che nemmeno conosciamo spariscono ogni giorno per sempre dalla faccia della Terra? Questioni etiche a parte, s’intende... da un punto di vista prettamente utilitaristico, perché la biodiversitá é cosí importante?

Una domanda di questo tipo si porta necessariamente dietro un treno intero di altre domande. Domande non richieste, spesso nemmeno gradite, ma latenti nella mente di tutti.
Perché l’immigrazione non va combattuta, ma invece incoraggiata o – perlomeno – accettata?
E ancora, perché dovremmo andarci piano con le modificazioni genetiche?

Uno puó anche pensare non ci sia nessuna relazione tra di esse, ma non é cosí.
Una relazione esiste, forte e chiara. A pensarci bene si potrebbe forse riassumere in un’ultima domanda fondamentale: siamo davvero legittimati noi uomini ad assumere il controllo di tutto quello che ci circonda? O, dopotutto, dovremmo invece lasciare da parte questo innato senso di superioritá che ci pervade, farci una bella iniezione di umiltá ed imparare da chi sa come vanno davvero fatte le cose?
A questo punto, potrá sembrare che abbia perso la bussola, se non altro perché la domanda – l’ennesima – che qui sorge é, sostanzialmente, “E chi saprebbe per davvero come vanno fatte le cose?”

Ma non é ancora il momento delle risposte. Prima, vale la pena ragionarci sopra un po’.



ORDINE E CAOS

Tutte queste domande hanno nascosto in sé un qualcosa che spesso sottovalutiamo: la nostra innata paura per il caos. Caos, ossia la tendenza al disordine. Ci spaventa. La nostra indole infatti tende a cercare l’ordine. Lo desidera forse piú di ogni altra cosa. Forse perché piú semplice – per le nostre menti semplici – da interpretare. Fatto sta che in questo modo possiamo avere l’illusione di controllare ció che ci circonda. Spesso in realtá – ordine o no – non é cosí, ma in ogni caso ci rassicura.
Il grado di disordine che siamo disposti ad accettare cresce con la nostra conoscenza del sistema che ci circonda e con la nostra capacitá di processare in maniera adeguata l’informazione che ci arriva. Potremmo dire che in un certo senso la nostra intera vita é una lotta per ordinare il disordine naturale del Mondo attorno a noi. Lo facciamo continuamente, cercando relazioni tra fatti apparentemente scollegati tra loro, creando teorie, leggi o anche solo interpretazioni. La scienza deriva da lí. La religione, pure. L’uomo da sempre cerca spiegazioni a quello che vede, il che altro non significa se non organizzare le informazioni che riceve dall’esterno spesso in maniera confusa e disordinata – tanto dello spazio come nel tempo – in una qualche maniera che gli possa essere utile. L’uomo cerca di creare l’ordine dal caos.

È questa la nostra grande forza e allo stesso tempo la nostra grande debolezza. Il fatto é che la natura non gioca necessariamente secondo le stesse regole. La natura vuole il caos. Una cosa che mi ha sempre affascinato é il concetto di entropia, una grandezza usata in fisica per descrivere il grado di disordine di un sistema. Bene, esiste un postulato che dice che in un sistema isolato sottoposto a uno stimolo irreversibile l’entropia puó solo aumentare. Se consideriamo l’intero universo – che é tutto quello che conosciamo e pertanto il sistema piú grande concepibile – come un sistema isolato (visto che non esiste nient’altro con cui puó rapportarsi), ogni fenomeno che avviene dentro di esso porta necessariamente ad aumentarne l’entropia. Cioé il disordine. Nell’universo, sostanzialmente, il caos é in continuo aumento. Siamo fregati.

O forse non é poi nemmeno questo il punto. Forse ció che oggi non capiamo, ció che consideriamo come disordine, domani non lo sará piú. È quello che continua a succedere ogni volta che aumenta la nostra conoscenza dei fenomeni naturali. Ci sentiamo sempre piú a nostro agio sulla Terra perché abbiamo imparato a conoscerla sempre piú, percui ció che ieri era disordine oggi non lo é piú. Questo da un lato é incoraggiante per il futuro, dall’altro ci invita ad almeno due riflessioni.

La prima, e piú scontata, é che non necessariamente questo “sentirci a nostro agio” ha avuto sempre e solo conseguenze positive per il sistema in cui viviamo. La seconda é che esistono tante cose che ancora oggi non capiamo e ci spaventano, ma per la natura non é cosí. Ció che per noi é disordine per la natura non lo é. Ció che per noi é caos per la natura é logica e ordine.
Non avendolo del tutto chiaro, spesso tendiamo con le nostre azioni a voler semplificare e appiattire la natura, privandola della sua complessitá per poterla ordinare e quindi controllare meglio. Il fatto é che la natura di per sé si conosce abbastanza bene, molto meglio di quanto non la potremo mai conoscere noi, tanto da non aver bisogno di nessun altro tipo di ordine imposto. Funziona benissimo da sé, cosí com’é.

Per di piú – e tendiamo a dimenticarcene continuamente – tutto ció che ci circonda si é continuamente adattato e migliorato durante milioni e miliardi di anni di evoluzione. Sarebbe a dir poco presuntuoso per noi novellini – arrivati quaggiú da appena qualche migliaio di anni – pretendere di poter migliorare processi che hanno passato il filtro dell’evoluzione.



CIÓ CHE NATURA CHIEDE

Eccoci dunque ad una prima considerazione molto importante: la natura deve essere la nostra guida. La natura chiede di poter essere la nostra guida. Cerchiamo di non sforzarci troppo ad essere sordi. Dobbiamo imparare dai suoi errori perché non avremo il tempo di commetterli tutti da parte nostra. E imparare dai suoi errori significa prendere i risultati che abbiamo davanti come buoni. Significa ispirarci ad essi come a un modello. Significa imparare dalla natura.

Se l’uomo tende all’ordine, la natura tende al caos. O meglio, abbiamo capito che il suo grado di complessitá é talmente elevato da risultarci incomprensibile. Il nostro scopo non dovrebbe peró in nessun caso essere quello di cercare di semplificarla, di ridurne la complessitá uniformandola ai nostri infimi standard. Dovremmo invece cercare di comprenderne la ricchezza, rispettarla e imparare da essa. Dovremmo basare i sistemi umani sullo stesso principio: complessitá significa ricchezza.

Dovremmo mirare in alto invece che ignorare tutto ció che abbiamo al di sopra delle nostre teste.

Ecco perché la biodiversitá é importante.
Ecco perché l’immigrazione é importante.

Un sistema complesso ha 1000 modi in piú di rispondere agli stimoli che uno piatto e uniforme. Un sistema variegato e ricco in componenti ha molte piú possibilitá di trovare strade alternative ed evolversi positivamente. Un sistema ricco di diversitá, biologiche o etniche, ha molte piú possibilitá di migliorarsi che uno rigido e univocamente definito.

Ecco anche perché bisogna andarci molto cauti con le modificazioni genetiche. Perché essendo di origine umana é molto difficile che riescano a tenere in considerazione l’intero ventaglio di conseguenze che da esse derivano. Perché cercano di modificare per qualche ragione appena ció che l’evoluzione ha plasmato per mille ragioni diverse. Perché la conseguenza tende ad essere ancora una volta la stessa: appiattimento. Perdita di diversitá. Ordine semplice e impoverimento. Seppur con l’illusione del controllo. 








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