martedì 27 marzo 2012

10 personaggi in cerca di usciere


Guardandomi attorno o allo specchio, non posso fare a meno di osservare continuamente comportamenti che impediscono un vero cambiamento della nostra societá verso qualcosa di migliore.

Perché malgrado lo sforzo individuale sia necessario, malgrado servano le regole e qualche volta vadano pure riformate le leggi, troppo spesso é il malcostume diffuso quello che ci frega per davvero. Quello sottile e impercettibile. Quello che sta negli sguardi e nei sospiri, quello che sta nei silenzi e negli indugi, quello che sta nel baccano e nel caos. Quello che permea l’aria che respiriamo da sempre ed é per questo, chissá, che non ce ne accorgiamo nemmeno piú.

Si da il caso che agire lí é davvero complicato. Perché a parte alle idee, ai buoni propositi, alla voglia di fare e alle motivazioni, quello che piú ci manca é spesso una sana e sincera autocritica.

Bene, eccola servita.



La prima cosa da fare per risolvere un problema é riconoscere di averlo.

Ho provato a immaginarmi e cercare di descrivere qui sotto 10 macchiette tipiche della nostra societá. 10 personaggi che potresti essere tu, potrei essere io. 10 personaggi che potrebbero essere i protagonisti di un libro o di una commedia. 10 personaggi che sembra quasi di vederli davanti agli occhi. 10 personaggi che non esistono di per sé, ma che d’altra parte il mondo intero ne é pieno. E puzza, anche, per merito loro.

10 personaggi che potrebbero essere ognuno di noi.
10 personaggi che sono tutti e ognuno di noi.
Chi piú chi meno, chi prima e chi poi, chi ancora e chi non piú. Di qui siam passati tutti.
Tutti li abbiamo guardati dritti negli occhi e tutti ci siamo infilati nei loro pantaloni.
È arrivato il momento di riconoscerlo e voltare pagina.

Ecco dunque – in ordine sparso – questi fantomatici e realissimi 10 personaggi di cui, francamente, faremmo tutti volentieri a meno...



...rullo di tamburi...

...silenzio in sala...

...si spengono le luci...

...si apre il sipario...

...entrano in scena...


1. Il forma-non-sostanza

Tipicamente parla per sentito dire o avendo idee molto poco chiare o assolutamente superficiali del tema che sta trattando. Ció non lo esime dal tenere pompose conferenze colte non appena l’occasione invita. Ció che in effetti lo aggrada, piú di quel che dice, é essenzialmente sentire il suono della propria voce dissertare di qualsiasi branca dello scibile, sempre autorevole e musicale. Normalmente é dotato della invidiabile capacitá di potersi astrare dal proprio corpo mentre parla per vedersi dal di fuori, riuscendo cosí a non perdere una briciola dell’immancabile stupore e ammirazione che la sua improvvisata saggezza suscita nel capannello di discepoli assiepati attorno a lui.


2. Il cosífantutti

Se vivi nella giungla allora meglio essere leone che pecora. Tralasciando la confusione ambientale (giungla-leone-pecora si sono forse incontrati solo nelle storie per bambini), il cosífantutti si muove a suo agio nell'intrico di liane e fronde basse della selva, furtivo. Si finge leone pur essendo pecora – anche se a volte riesce persino a crederselo – fintanto che le pecore non torneranno ad essere di moda, momento in cui rivendicherá orgogliosamente la sua mai dimenticata autentica natura. Il nostro amico (a gran malincuore) si sente autorizzato ad agire contro i propri simili per sopravvivere, qualora le circostanze ambientali – leggi malcostume diffuso – lo richiedano. Essendo in fin dei conti un sopravvissuto che mira al proprio tornaconto, spesso non si rende conto del vero danno che arreca agli altri il suo conformismo da pecora.



3.  Il pessimista cosmico
È quello che tanto niente cambia, tanto tutto é sempre uguale. Quello che anche se veramente volessi, a guardarsi attorno – davvero – passa la voglia. Quello che cosa vuoi farci, é sempre stato cosí e non cambierá di certo adesso. Quello che guarda che schifo. Quello che non vale mica la pena mettermi io a faticare, per sta gente qui. Quello che sai cosa ti dico? Andate a cagare, tutti. Pur vedendo chiaro nei problemi che ha di fronte riesce, grazie ad una eccellente assenza di misure propositive, a trasformare lo sdegno sincero in un ruvido conformismo a prova di bomba. Lui, peró, nemmeno ci prova a far finta di non essere pecora. E ci rimane.


4. Il furbo
Conosce bene le regole del gioco, a tal punto da riuscire scientemente (e non senza un certo merito a suo modo di vedere) ad aggirarle a proprio vantaggio. Indipendentemente dalla circostanze, si sente sempre al di sopra di tutti e di tutto, con una marcia in piú quasi per diritto divino. Cerca di beneficiare sempre e comunque al massimo del sistema e ne succhia il sangue come fosse un parassita senza dare nulla in cambio. Se andassi a mangiare una pizza fuori con lui, lui si prenderebbe un controfiletto e poi farebbe di tutto per dividere il conto in parti uguali, facendoti pure sentire un tirchio. Si sente il migliore e non vede perché gli debba mai finire la pacchia; il problema col furbo – spesso – é che al salire sempre piú in alto poi succede che quando inizia a mancare l’ossigeno precipita veloce e senza rendersene conto.


5. Il volpe senz’uva
Come nella celebre fiaba, la bruciante frustrazione dovuta al fallimento dei propri sforzi – o perfino  al mancato riconoscimento di un qualche pur flebile merito – lo porta a ignorare o sminuire costantemente questioni che egli stesso avrebbe normalmente del tutto a cuore.  Sostenuto da una sempreverde codardia, piuttosto che lottare per ottere ció che vuole riesce nel difficile compito di provarne una totale indifferenza. Nei migliori esemplari puó perfino arrivare a diventare uno strenuo oppositore della sua stessa causa.


6. Il rabbia-fine-a-sé-stessa
Pur non conformandosi di fronte a niente che non gli vada bene, non riesce ad avere un atteggiamento costruttivo nel risolvere i problemi. Ne deriva che molto spesso, e a paritá di opinioni rispetto ai suoi interlocutori, non viene capito in ció che cerca di esprimere. Ció lo porta perlopiú a non riuscire a migliorare la sua condizione di insoddisfatto cronico. La sua frustrazione montante viene spesso derivata in rabbia e nichilismo, che altro non fa se non peggiorare ulteriormente le cose facendogli vedere il mondo ancora piú in nero. Spesso finisce per svilire l’intera categoria di quelli che, pur non essendo dei rabbia-fine-a-sé-stessa, in realtá la pensano come lui.


7. Il tutto da rifare
Il tutto da rifare si guarda intorno e non vede nulla di positivo, solo negativo. Contrariamente al rabbia-fine-a-sé-stessa peró, é altamente propositivo; veramente lo é anche troppo, visto che cambierebbe tutto. Non perde occasione per farlo presente ai suoi ignari interlocutori ogni volta che si presenta l’occasione, asfissiandoli perlopiú con le sue disquisizioni senza fine. Per questo puó succedere che si ritrovi a vivere piú nel mondo delle idee che coi piedi perterra, venendo silenziosamente tacciato di scarso realismo. O perfino di idealismo. In realtá non c’é niente che lo faccia infuriare di piú, visto che, essendo una persona molto attiva e altamente capace, considera che non ci sia niente di piú reale che le idee valide. E le sue chiaramente lo sono. Sempre.


8. Il menefrego
Rimane al di fuori di tutte le cose piú grandi di lui e cerca di vivere tranquillo, finché dura. È quello del a me non mi venire a parlare di sta roba, cosa vuoi che me ne freghi a me. È quello del ma che facciano pure quel che vogliono basta che non mi rompano le balle a me. Non ha bisogni al di fuori di quel che puó controllare in prima persona. Non entra mai nel territorio dove risiedono i problemi che non lo riguardano. Vive, tranquillo e in pace, e lascia vivere. Crede di vivere in un’isoletta felice e normalmente cade dalle nuvole quando arrivano le erbacce da fuori a infestare il suo giardinetto.


9. Il fanatico
Cerca disperatamente un leader che gli inidichi LA via. Giá, perché ne esiste una – e una sola – di via. Quella che reggerá ogni aspetto della sua vita da lí in poi. Tutto é religione. Tutto é ideologia. O bianco o nero. O giusto o sbagliato. Quando la trova poi, non la molla piú e la segue. Ciecamente. O sei con lui, o sei contro di lui. Non aspetta altro che spegnere il cervello e diventare un burattino. Di scelte, nella sua vita, ne fa una.


10. Il supercazzoliere
Decisamente il mio preferito. Puó parlare ore e ore senza dir niente. L’argomento é del tutto secondario, lui riempie i silenzi. Da non confondersi con il forma-non-sostanza che, in fin dei conti, qualcosa (seppur spintamente approssimativo) dice. Contrariamente a questo, il supercazzoliere si ritrova spesso nella condizione del dover rispondere piú che in quella del voler intervenire. Unica condizione peraltro, questa, capace di alleviare la sua strana forma di libido. Spadroneggia nell’arte di deviare il discorso verso lidi a lui conosciuti eludendo domande scomode, giocando a mettere in difficoltá l’interlocutore o – perché no – anche solo per perdere tempo. Ostruzionista del dialogo si crede maestro della retorica, non essendo in realtá altro che la massima espressione dello svuotamento del linguaggio contemporaneo.




...qualcuno mostri a lorsignori l’uscita, per favore...





...ne abbiamo davvero bisogno.








giovedì 22 marzo 2012

Sono il mondo che vorrei


POLVERE

Ognuno di noi é come un diamante grezzo. Un tutto in potenza venuto al mondo in una terra ricca di eventualitá. Quelle stesse che fatalmente ci indirizzano verso una strada piuttosto che un’altra. Quelle che, volendolo o no, ci rendono la persona che siamo.
Le stesse eventualitá della vita mondana che spesso aggiungono l’ennesima lieve patina al nostro brillio naturale. Affievoliscono ancora un po’ di piú la luce che emaniamo. Ci spengono, un po’ alla volta. Ci ingobbiscono, ci sfiancano, ci stancano. Ci sfiduciano.
Fino a che arriva il momento in cui ci sentiamo troppo piccoli per il mondo in cui viviamo. Arriva il momento in cui ci sentiamo insignificanti. Si sta come in autunno sugli alberi le foglie. O si sta come le foglie che giá danzano in balia del vento. Perdiamo il timone delle nostre vite perché non ci reputiamo all’altezza di governarlo. Troppo piccoli; troppe cose da sapere, da maneggiare, da controllare; troppo insignificanti, noi. Dimentichiamo il nostro vero valore e lo nascondiamo. Perfino a noi stessi. Non ci rendiamo conto delle nostre enormi potenzialitá.




L'ALBA DI UN NUOVO GIORNO

Dimentichiamo che il mondo ha la forma che noi gli diamo. Dimentichiamo che siamo noi necessariamente il centro del mondo. Del nostro mondo, che in definitiva per ognuno di noi é anche IL mondo. Dimentichiamo che siamo in grado di deformare la realtá a nostro piacimento. In forma soggettiva, grazie al potere della nostra mente, e quindi poi anche in forma oggettiva e fattuale. In forma effettiva. Da poterlo toccare con mano. Siamo noi a determinare il mondo in cui viviamo, il nostro mondo.

Giacché per nessuno é uguale, é unico per tutti. Percui tutti devono sentirsi in grado di tenerne le redini e dirigerlo verso dove vogliono. Ne hanno il diritto. Ne hanno il dovere. Poiché nessun altro lo puó fare per loro. E chi si vuole appropriare di questo diritto é solo un bugiardo. Alzate la testa, perché é una vostra responsabilitá.

Rendersi conto di tutto ció significa tornare a brillare. Significa sentirsi leggeri. Significa volare. Significa libertá. Significa felicitá e sollievo. Prendere in mano il proprio futuro significa non avere piú padroni. Significa non avere piú obblighi. Significa scollarsi dalla (s)comoda poltrona degli spettatori. Significa diventare finalmente attori sulla scena della vita. Significa decidere, non piú obbedire.




POTERE

È solo allora che realizziamo i nostri sogni ed esprimiamo per davvero le nostre potenzialitá. È solo allora che lo splendore del diamante grezzo ormai sepolto dentro di noi riesce finalmente a venire alla luce. Ed é solo allora che uno si rende conto, non senza sorpresa, che il mondo che vorrebbe é lí a portata di mano.

Il mondo che vorrebbe é lui stesso.
Il cambiamento che aspettava é lui stesso.
Cade ogni limite. La forza di cambiare il mondo é nelle sue mani, cosí come nelle mani di chiunque. Perché chiunque puó cambiare il suo mondo. Chiunque lo voglia. Non serve altro che arriavre ad aver sufficiente chiarezza mentale per capirlo. La sola in grado di supportare la nostra innata forza interiore.
Serve volontá, per farlo.

“Sii il cambiamento che vuoi vedere nel mondo” diceva Gandhi.

Quel cambiamento nasce necessariamente dentro di noi. Ma la cosa piú difficile é proprio che riesca a farsi strada tra gli strati della nostra insicurezza, modellati da anni di eventualitá ed occorrenze esterne che hanno affievolito e spento la nostra scintillante potenza originaria.
Quella potenza che non ha confini e non ha limiti, che riluce abbagliante dentro ognuno di noi. Aspettando solo il momento in cui potrá emergere.  Ancora una volta.

Dobbiamo esserne consapevoli, e sforzarci per tirarlo fuori. Lottare per poi poter godere del suo enorme potere di modellare la realtá che ci circonda.




Siamo noi il cambiamento che aspettiamo.



Siamo noi il mondo che vogliamo.








giovedì 15 marzo 2012

Indignatevi!

Come nasce nel profondo della nostra mente quella magia da cui scaturisce la scintilla dell’azione? Qual é il meccanismo nascosto che ci porta a interagire con le parole? Le parole: sacro e indomabile vettore di idee, troppo spesso vacuo contenitore del nulla.
Perché sentendoci ripetere migliaia di volte la stessa storia tendiamo a denigrarla a non piú di un insignificante ronzio di fondo? E come é invece possibile che una piccola sfumatura appena del linguaggio, quasi impercettibile, si possa insinuare poco a poco tra i nostri pensieri, diventando virale e spingendoci a prendere in mano la nostra stessa vita e dedicarla ad una causa?
Quali sono i tratti in comune di quelle cose che non riusciamo proprio ad accettare, quelle che ci fanno sentire che sí, é arrivato il momento di prendersi la propria responsabilitá, di fare la propria parte?
Cosa cambia tra parola e parola?

Illuminazione e assuefazione

Come motivare all’azione? Ad alcuni serve un’ossessiva e instancabile ripetizione delle stesse cose, cosí che che prima o poi gli possa entrare in testa per rimanerci.
Ad altri basta una parola, ma li deve riuscire a catturare, a sorprendere con effetti speciali. Tante volte sono invece le parole piú semplici quelle che ci permettono di arrivare alla gente. Sono quelle che nella loro naturalezza, magari usate in un particolare contesto o con tremenda sinceritá, ci colpiscono di piú.

Altre volte é un intuizione. Una parola, una sfumatura di luce appena diversa su una scena famigliare, un pensiero... e booom! La nostra vita cambia per sempre. Sono rari momenti di illuminazione che nell’antichitá, e in qualche cultura ancora oggi, sono considerati alla stregua di una manifestazione del divino attraverso noi. Attimi in cui l’uomo si eleva al di sopra della propria forma mortale e, per un istante appena, ha in regalo il una goccia di saggezza... dura poco, percui bisogna approfittarne e fissare il pensiero su qualcosa, sia carta, sia pentagramma, sia una tela, sia perfino la corda tesa di uno strumento.

Altre volte invece niente funziona, é incomunicabilitá totale. Ci sono casi in cui siamo letteralmente assuefatti alle parole, tanto che non ci arrivano nemmeno piú. L’assuefazione é un processo di adattamento naturale, per cui al ricevere lo stesso stimolo piú e piú volte il nostro cervello ci si abitua, finendo per non farci piú caso.

Il fumo danneggia gravemente la salute.  A qualcuno é sfuggito il messaggio? Beh sembrerebbe proprio di si. Eppure é proprio lí, davanti agli occhi di tutti. Tra le dita di tutti. Sulle labbra di tutti. Dove nasce allora la potenza di quando qualcuno, guardandoti dritto negli occhi, ti dice “fumare ti fa male”?
Il fatto é che al sentire e leggere quel messaggio migliaia di volte ormai non ci facciamo nemmeno piú caso. È talmente scontato che abbiamo imparato a ignorare quelle parole. Considerando peró che le parole sono necessariamente e indissolubilmente sempre legate ad un significato, l’effetto collaterale é inevitabilmente che all’ignorare le prime si ignora anche il secondo. L’assuefazione va oltre le parole e il loro suono, le trascende fino ad arrivare al senso di quello che ci vogliono dire. Diventa assuefazione al fumo in sé, al fatto che danneggi gravemente la salute. Riesce a far sí che a nessuno importi piú, che non ci si faccia piú caso. Forse a conti fatti é stata una delle mosse piú astute dell’industria del tabacco...

Beh, al pari loro in tantissimi provano, giorno e notte, ad assuefarci ad ogni genere di nefandezze. Cercano di creare il loro cittadino perfetto, docile e belante come un agnellino. Rincretinito davanti ad una scatola piena di immagini vuote che gli riempie la testa di cose futili per non lasciare spazio per pensare a quello che conta per davvero. Oppure, e qui é piú sottile, continua a dire che tutto va male, tutto va a rotoli, fino a convertirlo in normalitá. In fin dei conti, cosí non c’é piú nessun problema.

L’economia va a picco. Rischio bancarotta. La disoccupazione aumenta. I giovani non hanno piú futuro. La pensione dimenticala. Bisogna ripagare il debito. Bisogna fare sacrifici. La corruzione? Esiste ma é impunita. La mafia pure. I politici brutta roba, sono tutti uguali, burattini nelle mani dei poteri finanziari. I tagli alla sanitá. I tagli all’istruzione e alla ricerca. I tagli alla cultura. Il cambio climatico. L’inquinamento. Le guerre. Le morti di civili. Le morti dei soldati. I lobbisti ovunque.

Tutto va male. Tutto é normale. Tutto va bene.

Si puó dire tutto, perfino la veritá. L’importante é ripeterla fino allo sfinimento. Lo si ripete fino all’assuefazione, fino a che non conta piú niente e le parole non hanno piú nessun senso. Fino a che diventano vuote. Fino a che non le sentiamo nemmeno piú. Assuefazione.




Credo che se qualcuno si risvegliasse momentaneamente dal torpore in cui siamo caduti, se gli si potessero ripetere le stesse parole - anche solo una volta - in modo che ne possa davvero cogliere il significato... in modo che non siano piú quel vuoto contenitore di etere che sono diventate... se potessimo rinascere e risentire quelle stesse parole per la prima volta... sarebbe incredibile... se solo avessimo il potere, il coraggio di capire il vero significato delle parole, probabilmente scoppierebbe una rivoluzione per davvero.

Ci hanno rubato il senso delle parole.

Ci renderemmo conto di essere formiche che vivono in cave di cemento dall’aria irrespirabile e dove il rumore infernale di sottofondo é diventato il nuovo livello di silenzio. Ci renderemmo conto di spendere la nostra vita a fare cose che non vorremmo pur di poter spendere carta in cose che non ci servono. Ci renderemmo conto di come la scala dei valori sia stata sovvertita.

Ci renderemmo conto che poco di quello che oggi conta, conta per davvero.
Ci renderemmo conto che quello che davvero conta, oggi conta pochissimo.

Ce ne renderemmo conto? O siamo giá troppo lobotomizzati?
Lobotomizzati. Vi fa qualche effetto leggere questa parola? Allora




I N D I G N A T E V I ! ! !







“Il motore dell’azione é l’indignazione”. Cosí scrive Stéphane Hessel, questo ultranovantenne protagonista della resistenza francese e tra gli autori della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

“Il freno all’azione é l’assuefazione”. Dico io.




Viviamo in un sistema oligarchico e corrotto, in cui chi meno ha é chiamato a dare per chi ha di piú. In cui chi é ai vertici della piramide ci resta e se ne beneficia sulla pelle di chi sta alla base. Quegli stessi che vengono tacciati come idealisti, se hanno il coraggio di aprire bocca.
Ci tolgono scuola, ricerca e cultura perché ci vogliono stupidi e facilmente manipolabili. In cambio ci danno la tv, il gossip, il calcio e la religione per distrarci da quello che ci dovrebbe interessare per davvero. Oppio dei popoli.
La nostra illusione di democrazia é come un teatrino di ombre cinesi, in cui qualcuno muove le mani dietro ad un velo e ci fa credere che sia la realtá.
È solo facendo gli interessi della propria stretta cerchia che stanno avvelenando le nostre terre, la nostra aria, l’acqua che ci serve per vivere. Stanno impedendo ai nostri figli di avere un futuro. In molti casi stanno impedendo ai nostri figli perfino di nascere.
Accumulano ricchezze inaudite e fuori da ogni comprensione, perché? Solo per il fine della ricchezza in sé, che non é mai abbastanza. Non vi fate ingannare, la ricchezza non si crea, si concentra e si accumula. E per poterlo fare la devono sottrarre a tutti noi, lasciandoci in mutande.
Guardate l’Africa, uno dei continenti piú ricchi di risorse al mondo. Il piú povero e misero in assoluto.
Mandano perfino dei poveracci a morire in giro per il mondo spacciandolo per una nobile causa quando quello che vogliono é solo accumulare altri benefici per le loro imprese.
Fomentano le diseguaglianze sociali attraverso il mito del successo. Attraverso il consumismo sfrenato. Attraverso il profitto a tutti i costi.

Ci mettono l’uno contro l’altro per non averci uniti e compatti contro di loro, perché sanno che perderebbero.



Sto scrivendo parole che avrete giá sentito migliaia di volte. Io stesso mentre le scrivo mi sento piuttosto a disagio per la banalitá con cui possono suonare. Assuefazione. Pura e semplice assuefazione. Non c’é niente, tra quello che ho scritto, di scontato. Non c’é niente di non vero. Non c’é niente di risolto. È tutto lí davanti ai nostri occhi, ogni giorno. E lo ignoriamo.

Rimane solo una cosa da fare, antica come il mondo: INDIGNATEVI!!!

Ribellatevi, tornate a far divampare quel fuoco antico che brucia dentro di ogni essere umano e che ci ha permesso di arrivare dove siamo oggi, attraverso migliaia di anni di storia ed evoluzione! La vita di cui beneficiamo oggi é il frutto di questo stesso fuoco, di quando ardeva nel cuore di quelli ci hanno preceduto!
Rendetevi conto che é quello che farete che determinerá la vostra vita! Rendetevi conto che non é troppo tardi per cambiare. Rendetevi conto che non é mai troppo tardi per svegliarsi dal torpore dell’assuefazione, per tornare a pensare con la propria testa, per recuperare il proprio livello di prioritá. Per riappropriarsi della propria scala di valori. Rendetevi conto che non é mai troppo tardi per rimboccarsi le maniche, e agire.

Ma prima di tutto, tornate ad indignarvi davanti a tutto questo!








“... é come essere nel mezzo di una mandria di bufali che corre dritto verso un precipizio... e io sono lí in mezzo, lo vedo ma non mi posso fermare...  sono bloccato, devo continuare a correre con loro e se non faccio niente qui ci rimettiamo la pelle... quindi in qualche modo devo riuscire a far deviare la mandria, altrimenti sono fregato! Allo stesso modo, se tutta l’umanitá decide di buttare il pianeta nel cesso... io sono morto! Non c’é niente di idealista nel cercare di cambiare le cose; in realtá é il puro, egoistico senso di sopravvivenza che parla... e quello, cari miei, é una forza poderosa!”

Liberamente adattato da Mike Reynolds nel film “Garbage Warrior”







giovedì 8 marzo 2012

Un soldo per i tuoi pensieri

La premessa necessaria a questo articolo é che credo fermamente nell’autodeterminazione di ognuno di noi. Autodeterminazione significa esser padroni della propria vita e del proprio futuro. Autodeterminazione significa avere il potere di prendere le proprie decisioni e la forza di accettarne le conseguenze, buone o cattive che essere siano. Autodeterminazione significa avere in mano la propria vita, controllare il presente ed essere liberi di immaginare il proprio futuro.

Detto ció, credo sia un dato di fatto che viviamo sempre di piú in una societá di tipo incrementale. Per societá incrementale intendo una societá in cui l’effetto delle nostre idee, dei nostri pensieri, delle nostre decisioni e azioni é tanto piú forte ed evidente quanto piú é codiviso. Non pretende di essere una definizione sociologica o altro, é semplicemente una constatazione nata dal fatto che spesso sentiamo un senso di frustrazione e immobilitá forzosa, per via del fatto che non siamo in grado di vedere le coseguenze immediate dellenostre azioni. Specialmente se queste mirano a cambiare qualcosa. Specialmente se questo qualcosa é definibile come status quo. Lo stato universalmente riconosciuto delle cose. Quello che sembrerebbe funzionare tale come lo vediamo sin dalla notte dei tempi, immutabile. In effetti é veramente difficile capire quanto tantissimi aspetti della nostra vita e della nostra societá che diamo per scontati siano in realtá relativamente recenti. Quante volte é cambiato il mondo nell’arco degli ultimi 60 anni? Quello che vediamo oggi é in parte il frutto di processi molto lunghi, in altri casi é il frutto di rivoluzioni repentine che specialmente negli ultimi 20 anni, si sono susseguite a ritmi sempre piú veloci.
Questo ci deve dare fiducia sul fatto che, nella societá del’linformazione alla velocitá della luce, cambiare lo status quo é in realtá molto piú facile di quanto non lo sia mai stato prima.

Il re é nudo

Come nel racconto di quel re vanitoso, “completamente dedito alla cura del suo aspetto esteriore, e in particolare del suo abbigliamento. Alcuni imbroglioni giunti in città spargono la voce di essere tessitori e di avere a disposizione un nuovo e formidabile tessuto, sottile, leggero e meraviglioso, con la peculiarità di risultare invisibile agli stolti e agli indegni.
I cortigiani inviati dal re non riescono a vederlo; ma per non essere giudicati male, riferiscono all'imperatore lodando la magnificenza del tessuto. L'imperatore, convinto, si fa preparare dagli imbroglioni un abito. Quando questo gli viene consegnato, però, l'imperatore si rende conto di non essere neppure lui in grado di vedere alcunché; come i suoi cortigiani prima di lui, anch'egli decide di fingere e di mostrarsi estasiato per il lavoro dei tessitori.
Col nuovo vestito sfila per le vie della città di fronte a una folla di cittadini che applaudono e lodano a gran voce l'eleganza del sovrano. L'incantesimo è spezzato da un bimbo che, sgranando gli occhi, grida: il Re é nudo!”

Allo stesso modo oggi ogunuo é in grado di tornare bambino e di formarsi la propria opinione e idea su qualsiasi cosa. Basta averne voglia. Voglia e onestá. Oguno di noi puó spezzare l’incantesimo, ma allora perché sembra cosí difficile?
Forse proprio perché non riusciamo a vederne le conseguenze nell’immediato e ci sembra che le nostre azioni non servano a niente. Tanti buoni propositi, tante idee brillanti, ma se non si mettono in pratica cosa ne resta? Ecco perché l’entusiasmo monta rapidamente all’incontrare persone che condividono le nostre stesse aspirazioni, visioni e speranze per il futuro, ma svanisce altrettanto velocemente al rendersi conto di come sia effettivamente difficile metterli in pratica. Finisce poi definitivamente seppellito quando, pur provando a fare qualcosa di concreto, vediamo che i nostri sforzi si scontrano contro un muro di gomma fatto di indifferenza o persino resistenza al cambiamento.

La realtá é questa, ma non c’é da disperare. Bisogna solo rimboccarsi le maniche e tirare la carretta in salita per un po’. Ci vuole una buona motivazione e bisogna riuscire ad attirare un certo numero di persone che ci aiutino nello sforzo, arrivare in cima alla collina e poi... lasciarla proseguire da sola! Tanti altri si accoderanno e saliranno sul treno che funziona. Occorre cioé raggiungere quella che viene chiamata “massa critica”, prendendo in prestito il termine dal gergo nucleare, cioé la massa minima al di sopra della quale la reazione di fissione avviene spontaneamente, liberando una quantitá enorme di energia senza il bisogno di fornirne altra dall’esterno, attraverso una reazione a catena.
Nella nostra societá incrementale, ogni processo ha bisogno di raggiungere la propria massa critica. Ogni idea, ogni progetto, ogni associazione ha bisogno di raggiungere il giusto numero (e il giusto mix) di persone per poter camminare in autonomia con le sue gambe, per poter farsi sentire nel modo giusto e poter davvero influenzare lo stato delle cose.
Un articolo che ho letto qualche tempo fa quantificava questa massa in un 10% della popolazione totale. Uno su dieci. Basta guardarsi attorno e farsi la domanda: cosa staranno pensando?

Quante piú persone condividono la tua idea, tante piú possibilità hai di essere ascoltato e di poter riuscire a metterla in pratica. Tante piú possibilitá hai di avere un impatto visibile sulle cose che ti circondano. Quindi, morale della favola, FALLO SAPERE!!!
Parlane, discutine, fai crescere e maturare le tue convinzioni, le tue idee. Le idee rivoluzionarie non nascono quasi mai in una testa soltanto, ma si modellano grazie all’apporto di tutte le menti per le quali passano, si arricchiscono continuamente e fioriscono fino ad arrivare alla loro forma piú conosciuta... che peraltro non é quasi mai quella definitiva. È un processo del tutto simile al principio dell’open source, col quale oggigiorno siamo molto familiarizzati. Le idee sono – e devono essere –  completamente open source, per cui parlarne e diffonderle restando recettivi é la miglior cosa che possiamo fare per avere un vero impatto sul mondo che ci circonda. Per non esserne sopraffatti. Per non essere un semplice ingranaggio di una  macchina ma piuttosto un attore sul palco di un teatro.

Comunica, cerca il tuo recettore, cerca altra gente con cui condividere e far crescere le tue idee, persegui la tua massa critica e non cercare di nasconderti dietro il dito dell’immobilitá, dell’impossibilitá di cambiare le cose nel mondo di oggi... forse é proprio oggi che é piú facile che mai cambiare davvero le cose!
Ognuno di noi ha accesso a tutta l’informazione che vuole, possiamo mantenerci in contatto con un numero imprecisato di persone nei 5 continenti, abbiamo infinite opportunitá per fare sentire la nostra voce anche in modi non convenzionali, siamo ben consapevoli della forza della gente quando si riunisce sotto un ideale comune fortemente condiviso.

Non sottovalutiamo il potere delle idee. È con un idea che tutto inizia. È con un idea che tutto é iniziato nella storia dell’uomo. La forza delle idee é l’unica in grado di cambiare le cose per davvero.

"There is one thing stronger than all the armies in the world, and that is an idea whose time has come." - Victor Hugo
(“C’é una cosa piú forte di tutti gli eserciti del mondo, ed é un idea per la quale é arrivato il momento”)




PS: consiglio di dare un occhiata a www.ted.com se avete bisogno di trovare ispirazione, motivazione e una fonte inesauribile di idee!