La premessa necessaria a questo articolo é che credo fermamente nell’autodeterminazione
di ognuno di noi. Autodeterminazione significa esser padroni della propria
vita e del proprio futuro. Autodeterminazione significa avere il potere di
prendere le proprie decisioni e la forza di accettarne le conseguenze, buone o
cattive che essere siano. Autodeterminazione significa avere in mano la propria
vita, controllare il presente ed essere liberi di immaginare il proprio futuro.
Detto ció, credo sia un dato di fatto che viviamo sempre di piú in una
societá di tipo incrementale. Per societá incrementale intendo una
societá in cui l’effetto delle nostre idee, dei nostri pensieri, delle nostre
decisioni e azioni é tanto piú forte ed evidente quanto piú é codiviso. Non
pretende di essere una definizione sociologica o altro, é semplicemente una
constatazione nata dal fatto che spesso sentiamo un senso di frustrazione e
immobilitá forzosa, per via del fatto che non siamo in grado di vedere le
coseguenze immediate dellenostre azioni. Specialmente se queste mirano a
cambiare qualcosa. Specialmente se questo qualcosa é definibile come status quo. Lo stato universalmente
riconosciuto delle cose. Quello che sembrerebbe funzionare tale come lo vediamo
sin dalla notte dei tempi, immutabile. In effetti é veramente difficile capire
quanto tantissimi aspetti della nostra vita e della nostra societá che diamo
per scontati siano in realtá relativamente recenti. Quante volte é cambiato il
mondo nell’arco degli ultimi 60 anni? Quello che vediamo oggi é in parte il
frutto di processi molto lunghi, in altri casi é il frutto di rivoluzioni
repentine che specialmente negli ultimi 20 anni, si sono susseguite a ritmi
sempre piú veloci.
Questo ci deve dare fiducia sul fatto che, nella societá del’linformazione
alla velocitá della luce, cambiare lo status quo é in realtá molto piú facile di
quanto non lo sia mai stato prima.
Il re é nudo
Come nel racconto di quel re vanitoso, “completamente dedito alla cura
del suo aspetto esteriore, e in particolare del suo abbigliamento. Alcuni
imbroglioni giunti in città spargono la voce di essere tessitori e di avere a
disposizione un nuovo e formidabile tessuto, sottile, leggero e meraviglioso,
con la peculiarità di risultare invisibile agli stolti e agli indegni.
I cortigiani inviati dal re non riescono a vederlo; ma per non essere
giudicati male, riferiscono all'imperatore lodando la magnificenza del tessuto.
L'imperatore, convinto, si fa preparare dagli imbroglioni un abito. Quando
questo gli viene consegnato, però, l'imperatore si rende conto di non essere
neppure lui in grado di vedere alcunché; come i suoi cortigiani prima di lui,
anch'egli decide di fingere e di mostrarsi estasiato per il lavoro dei
tessitori.
Col nuovo vestito sfila per le vie della città di fronte a una folla
di cittadini che applaudono e lodano a gran voce l'eleganza del sovrano.
L'incantesimo è spezzato da un bimbo che, sgranando gli occhi, grida: il Re é
nudo!”
Allo stesso modo oggi ogunuo é in grado di tornare bambino e di
formarsi la propria opinione e idea su qualsiasi cosa. Basta averne voglia.
Voglia e onestá. Oguno di noi puó spezzare l’incantesimo, ma allora perché sembra
cosí difficile?
Forse proprio perché non riusciamo a vederne le conseguenze nell’immediato
e ci sembra che le nostre azioni non servano a niente. Tanti buoni propositi,
tante idee brillanti, ma se non si mettono in pratica cosa ne resta? Ecco
perché l’entusiasmo monta rapidamente all’incontrare persone che condividono le
nostre stesse aspirazioni, visioni e speranze per il futuro, ma svanisce
altrettanto velocemente al rendersi conto di come sia effettivamente difficile
metterli in pratica. Finisce poi definitivamente seppellito quando, pur
provando a fare qualcosa di concreto, vediamo che i nostri sforzi si scontrano
contro un muro di gomma fatto di indifferenza o persino resistenza al cambiamento.
La realtá é questa, ma non c’é da disperare. Bisogna solo rimboccarsi
le maniche e tirare la carretta in salita per un po’. Ci vuole una buona motivazione
e bisogna riuscire ad attirare un certo numero di persone che ci aiutino nello
sforzo, arrivare in cima alla collina e poi... lasciarla proseguire da sola!
Tanti altri si accoderanno e saliranno sul treno che funziona. Occorre cioé
raggiungere quella che viene chiamata “massa
critica”, prendendo in prestito il termine dal gergo nucleare, cioé la
massa minima al di sopra della quale la reazione di fissione avviene
spontaneamente, liberando una quantitá enorme di energia senza il bisogno di
fornirne altra dall’esterno, attraverso una reazione a catena.
Nella nostra societá incrementale, ogni processo ha bisogno di
raggiungere la propria massa critica. Ogni idea, ogni progetto, ogni
associazione ha bisogno di raggiungere il giusto numero (e il giusto mix) di
persone per poter camminare in autonomia con le sue gambe, per poter farsi
sentire nel modo giusto e poter davvero influenzare lo stato delle cose.
Un articolo che ho letto qualche tempo fa quantificava questa massa in
un 10% della popolazione totale.
Uno su dieci. Basta guardarsi attorno e farsi la domanda: cosa staranno
pensando?
Quante piú persone condividono la tua idea, tante piú possibilità hai
di essere ascoltato e di poter riuscire a metterla in pratica. Tante piú
possibilitá hai di avere un impatto visibile sulle cose che ti circondano. Quindi,
morale della favola, FALLO SAPERE!!!
Parlane, discutine, fai crescere e maturare le tue convinzioni, le tue
idee. Le idee rivoluzionarie non nascono quasi mai in una testa soltanto, ma si
modellano grazie all’apporto di tutte le menti per le quali passano, si
arricchiscono continuamente e fioriscono fino ad arrivare alla loro forma piú
conosciuta... che peraltro non é quasi mai quella definitiva. È un processo del
tutto simile al principio dell’open source, col quale oggigiorno siamo molto
familiarizzati. Le idee sono – e devono essere – completamente open source, per cui parlarne e
diffonderle restando recettivi é la miglior cosa che possiamo fare per avere un
vero impatto sul mondo che ci circonda. Per non esserne sopraffatti. Per non
essere un semplice ingranaggio di una
macchina ma piuttosto un attore sul palco di un teatro.
Comunica, cerca il tuo recettore, cerca altra gente con cui
condividere e far crescere le tue idee, persegui la tua massa critica e non
cercare di nasconderti dietro il dito dell’immobilitá, dell’impossibilitá di cambiare
le cose nel mondo di oggi... forse é proprio oggi che é piú facile che mai
cambiare davvero le cose!
Ognuno di noi ha accesso a tutta l’informazione che vuole, possiamo
mantenerci in contatto con un numero imprecisato di persone nei 5 continenti,
abbiamo infinite opportunitá per fare sentire la nostra voce anche in modi non
convenzionali, siamo ben consapevoli della forza della gente quando si riunisce
sotto un ideale comune fortemente condiviso.
Non sottovalutiamo il potere delle idee. È con un idea che tutto inizia.
È con un idea che tutto é iniziato nella storia dell’uomo. La forza delle idee
é l’unica in grado di cambiare le cose per davvero.
"There is one thing stronger than all the armies in the world,
and that is an idea whose time has come." - Victor Hugo
(“C’é una cosa piú forte di tutti gli eserciti del mondo, ed é un idea
per la quale é arrivato il momento”)
PS: consiglio di dare un
occhiata a www.ted.com se avete bisogno di trovare ispirazione,
motivazione e una fonte inesauribile di idee!
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