Ultimamente
si fa un gran parlare di economia. Mi chiedo come mai.
Il problema
quando si parla tanto di qualcosa, è che uno finisce per dimenticarsi il punto
si partenza della discussione. Da dove eravamo partiti?
Economia, dal greco οἴκος (oikos),
"casa" inteso anche come "beni di famiglia", e νόμος (nomos),
"norma" o "legge": “scienza
che studia l’utilizzo di risorse scarse per soddisfare al meglio bisogni individuali
e collettivi contenendo la spesa”.
Su questo direi
che possiamo essere piú o meno d’accordo.
Facciamo ora
lo sforzo di analizzare l’attinenza di questa definizione con quello di cui tanto
si parla.
Prima di
tutto: mi sembra utile centrare la discussione sull’economia umana, ossia quello
che noi esseri umani consideriamo il modo migliore per soddisfare i bisogni
legati alla sopravvivenza e al benessere della nostra specie. Uno strumento che
usiamo egoisticamente e utilitaristicamente per il nostro bene esclusivo.
Non si
tratta di una precisazione inutile, dato che in partenza non è
affatto chiaro di quale tipo di individui parliamo, né di quale tipo di
comunità. Potremmo parlare di un ristretto gruppo di persone o, all’estremo
opposto, di tutto il regno animale, o perfino di tutta la biosfera. Le cose
cambierebbero notevolmente, in quel caso. Si tratta del concetto di simbiosi, ma di questo forse meglio
parlare un’altra volta per non mettere troppa carne al fuoco.
Parliamo
quindi di economia umana. Ora, visto che tutti gli esseri umani abitano nello
stesso posto, comunemente noto come pianeta Terra, possiamo circoscrivere
abbastanza il ragionamento sulle risorse: sono quelle contenute dal pianeta.
L’unico modo
in cui ha senso parlare di economia umana, è quindi facendo un discorso a
livello globale.
Definiamo ora
il concetto di risorsa: il senso comune ci dice che è risorsa qualsiasi cosa
possiamo usare per fare qualcosa. Possiamo distinguere principalmente tra risorse naturali, tra cui materie prime
e risorse energetiche, e risorse umane.
Le risorse
umane sono incredibilmente importanti, il fondamento della nostra civiltà
direi. Sono le nostre capacità, quello che ci permette di fare ciò che facciamo.
Più persone, più risorse umane. A livello globale quindi potremmo dire che le
risorse umane aumentano con la popolazione mondiale. Qui però trascuriamo un
fatto estremamente importante, cioè il loro carattere emergente. In altre
parole se in matematica uno più uno fa due, in genere in biologia non funziona
così. Dall’unione di strutture uguali in una super-struttura normalmente emergono
proprietà che prima non esistevano. Pensate a quello che può fare una persona;
pensate a quello che può fare un gruppo di persone che si organizzano tra loro.
Non c’è paragone. Il concetto è conosciuto come proprietà emergenti. Vale la pena approfondire il concetto, ma
forse meglio rimandare anche questo ad un altro post.
La cosa
chiara è che, se di scarso c’è qualcosa su questo pianeta, non sono di certo le
risorse umane. Per lo meno secondo una prospettiva umana, che è
quella che qui ci interessa.
E le materie
prime? Mi sembra abbastanza ovvio che qui è un altro paio di maniche. Per il
semplice fatto che il pianeta Terra è un pianeta, ne deriva che ogni risorsa
che può contenere è per definizione limitata. Limitata non vuol dire necessariamente
scarsa, ma vuol dire che va gestita perché altrimenti prima o poi lo diverrà. A
volte ce ne dimentichiamo, ma tra le materie prime rientrano anche l’aria che
respiriamo e l’acqua.
Per quanto
riguarda le risorse energetiche, invece, parliamo di qualcosa che potremmo
considerare come una delle frodi più grandi della storia umana. Si tratta di
una frode perpetuata, piuttosto recentemente per la verità, da un gruppo di
esseri umani contro la totalità del genere umano che, forse a insaputa dei
primi, li include.
Infatti, la
stragrande maggioranza delle risorse energetiche utilizzate finora sono in
realtà niente più che altre materie prime. Petrolio. Carbone. Gas naturale.
Comunemente detti combustibili fossili, sono il prodotto della decomposizione
durante milioni di anni di materia organica. Esseri viventi che crescono assorbendo
l’energia solare (piante) o acquisendo energia già accumulata in altri
organismi (animali). In ogni caso il tutto è riconducibile ad una conversione
più o meno lunga di energia solare in quello che si chiama energia chimica di
legame, che si può liberare molto facilmente semplicemente bruciando questi
composti. L’energia infatti non si crea
nè si distrugge, si puó solo convertire da una forma ad un altra. Per via del
ritmo estremamente lento con cui si originano queste sostanze, rispetto al
ritmo con cui le consumiamo, vengono chiamate risorse energetiche non rinnovabili.
Si tratta della nostra principale fonte di energia ora e, nonostante tutto, si
prevede che continuerà ad esserlo ancora per molto tempo.
A queste possiamo
aggiungere il nucleare che, dipendendo dalla disponibilità di una materia
prima, l’uranio, è anch’essa per definizione non rinnovabile.
Il loro
utilizzo si poteva giustificare in passato, vista la relativa abbondanza di
materie prime e il fatto che non fosse tecnicamente possibile utilizzare risorse
energetiche rinnovabili. Entrambe queste scuse ormai da qualche tempo non reggono
più. Il progresso scientifico-tecnologico (vedasi proprietà emergenti delle
risorse umane) ha reso possibile diverse tecniche per convertire in
elettricità, la nostra moneta di scambio per veicolare l’energia, le risorse
energetiche rinnovabili. Tra queste sono molto popolari il solare e l’eolico,
ma ne esistono anche altre come il geotermico e l’energia marina (onde e
maree). Possiamo includere tra le rinnovabili anche l’idroelettrico, visto che il
ciclo dell’acqua si ripete costantemente e avremo più o meno sempre acqua nei
fiumi per riempire le dighe.
Si tratta di
risorse che, su un orizzonte umano, NON sono limitate. In altre parole, dal
momento in cui è diventato possibile utilizzare risorse energetiche rinnovabili
sarebbe economico eliminare del tutto l’uso delle non rinnovabili. Lasciando
quelle stesse materie prime ad altri usi che non siano la produzione energetica
(e ce ne sono). Secondo la definizione di economia stessa.
Torniamo a
questo punto al problema di definire l’economia umana ad un livello globale. Abbiamo
visto che il cuore di questa scienza dovrebbe essere il modo in cui utilizzare efficientemente
le materie prime, visto che risorse umane non presentano problemi di scarsità e
che potremmo utilizzare fonti energetiche illimitate su questo pianeta.
Ho
volutamente sostituito il concetto di “per soddisfare al meglio bisogni individuali
e collettivi contenendo la spesa” con “efficientemente”, visto che mi sembra
più facile da ricordare. Produrre il massimo consumando il minimo. Efficienza.
Fatto tutto
questo discorso abbiamo finalmente ben chiaro il concetto di economia umana:
“la scienza che studia come utilizzare efficientemente
le materie prime a livello globale, per il bene del genere umano”.
Se volessimo
riassumerlo in un concetto, sarebbe massimizzare
l’efficienza.
Esattamente
quello di cui si parla normalmente quindi. Economia.
O mi sono
perso qualcosa?
Beh, nel
sistema attuale economia letteralmente significa: massimizzare il profitto.
Niente più.
Niente meno.
Perché
massimizzare il profitto? Perché il nostro sistema si regge sulla necessità
intrinseca di una crescita continua, dovuta alla necessità ben nota di ripagare
gli interessi sul debito contratto. Debito personale, con la banche, oppure
debito pubblico, sempre con la banche.
È il sistema monetario. Denaro prodotto da
banche che lo prestano ad un certo interesse.
Per ripagare
una somma maggiore di quella iniziale, si può solo farla crescere in qualche
modo.
Come si
massimizza il profitto? Attraverso la ben nota società dei consumi. Il classico
far girare l’economia.
Ma cosa
succede in un sistema del genere?
- Beni e servizi devono continuamente essere prodotti e venduti se si vuole evitare il collasso. Questo implica necessariamente una limitazione della loro qualità, in modo che dovranno essere prima o poi sostituiti o riparati. Il che implica una limitazione artificiale dell’efficienza nell’uso delle risorse naturali. Anti-economia.
- Altra conseguenza è la continua produzione di rifiuti. Un inquinamento cronico intrinseco al sistema. Non conviene limitarlo se si vuole massimizzare il profitto. L’inquinamento riduce l’utilizzabilità delle risorse naturali. I rifiuti sono risorse andate perse. Anti-economia.
- Una sistema di questo tipo trae inoltre vantaggio da uno stato di scarsezza cronica di beni e servizi. Limitando artificialmente l’offerta infatti, a parità o aumento di domanda, i prezzi aumentano. E con loro, a parità di costi, il profitto. Se ci fosse abbondanza per tutti invece i prezzi crollerebbero e con loro il profitto. In un sistema intrinsecamente schiavo della crescita continua, questo non è possibile. Il bene del genere umano in quanto tale non è conciliabile con la ricerca del profitto. Anti-economia.
Mi chiedo
come mai siamo in crisi.
E di cosa sentiamo
parlare ogni giorno.
Nessun commento:
Posta un commento