A volte, a ben scavare, uno si accorge che nel mondo succedono cose strane.
Basta considerare per un momento
la questione dell’euro. Sará possibile, mi dico io, che gente comune che si
occupa di economia in maniera non piú che amatoriale – come il sottoscritto – riesca a dipingersi in mente un quadro chiaro del
perché non si puó andare avanti, mentre gli eruditissimi e rispettatissimi
tecnocrati che ci governano ad ogni livello (non solo in Italia) non riescono
davvero a vedere il lato oscuro dell’euro?
Uno deve per forza pensare che
sia malafede. O forse é solo un'estrema chiusura mentale che sfocia nell'idiozia? Probabilmente entrambe, ma in fin dei
conti nessuna delle due. Dopotutto non dimentichiamoci che balliamo costantemente
sui carboni ardenti del caos, che ci piaccia o no. Ma andiamo per gradi.
Analizziamo prima brevemente il problema.
IMPORTANZA DELLA SOVRANITÁ MONETARIA
L’euro é la conseguenza dell’unione
monetaria di piú paesi, ognuno dei quali é rimasto esattamente quello che era
prima, meno il fatto che ora usa la stessa moneta degli altri. Non é quindi un’unione
economica, fiscale, politica, né tantomeno culturale. Dio ci scampi. Solo
monetaria. Ma giá basta e avanza.
Il poter gestire la propria
politica monetaria é quello che per uno Stato si chiama sovranitá monetaria, ed
é una cosa FON-DA-MEN-TA-LE affinché uno Stato possa definirsi tale. Il compito
di uno Stato infatti, non mi stancheró mai di dirlo, é quello di fornire ai
propri cittadini i servizi essenziali a garantirne il benessere e i diritti
fondamentali. Non il pareggio di bilancio, ma benessere e diritti. Lo Stato infatti
non é una famiglia che deve arrivare a fine mese coi conti a posto. E questo
perché le famiglie usano la moneta, lo
Stato la crea. E quindi non ha senso pensare che possa non averne abbastanza.
Anzi, dovendo adempiere a quelle funzioni che gli spettano ed essendo l’unico
in grado di creare moneta al netto, é proprio a lui che spetta spenderla prima
di tutti. Deve quindi necessariamente avere i conti in rosso a fine mese. Ammesso
che la moneta sia la sua e la controlli lui, appunto.
Ora il discorso che va per la
maggiore é che in ogni caso se ne stampasse troppa finirebbe per materializzare
quel temutissimo spauracchio che é l’iper-inflazione modello Repubblica di
Weimar o Zimbabwe, ossia rialzo spropositato dei prezzi e crollo del potere di
acquisto. In realtá la questione é molto piú complessa e non c’é un semplice legame
diretto di causa-effetto tra immissione di liquiditá in un sistema e inflazione.
Bisogna infatti vedere di che sistema stiamo parlando e per che cosa si usa
quella nuova moneta.
Infatti non é che uno Stato immetta
liquiditá nell’economia sparandola per aria, magari con un cannone spara-banconote
(le monete farebbero troppo male credo). In realtá lo Stato prima di tutto si auto-finanzia
per mettere in moto attivitá produttive e fornire servizi, il che attiva l’economia
creando occupazione e quindi benessere. Poi finanzia le banche, che rilasciano
crediti controllando che le credenziali dei richiedenti siano soddisfacenti
(almeno in teoria, come ci insegna la storia recente), il che mette in moto
altre attivitá produttive e cosí via. Non é quindi che i soldi si fiondano direttamente
nelle nostre tasche di spendaccioni, ma prima passano attraverso il filtro
della spesa pubblica e dell’occupazione. Fino a che il denaro circola nell’economia
reale infatti, quella delle persone che lo usano per vivere, che é il motivo
per cui esistono i soldi dopotutto, ció non puó che far un gran bene a tutti: tutti
hanno da lavorare, con gli indubbi vantaggi sociali che ne derivano, tutti
hanno da mangiare e da spendere il giusto per vivere bene. Se poi il potere d’acquisto
aumenta troppo lo Stato puó sempre regolarlo per tempo aumentando un po’ le
tasse. Ma non é che in origine le tasse servano allo Stato perché lui i soldi
non ce li ha, visto che se li puó stampare da solo! Notate che in questo schema
non esiste la parola speculazione, ossia il guadagno per guadagnare. É
importante ricordarsi sempre che la moneta é infatti uno strumento, non un
fine. Il suo uso deve quindi essere
vincolato ad attivitá produttive o a
fini sociali.
Ma mettiamo pure che la cosa ci sfugga
di mano. Si guadagna tutti troppo e va a finire che i soldi non valgono piú
granché. Quanto ci vorrá? Qualche annetto almeno? E fino a che punto nel
momento in cui ci si rende conto di questa cosa non la si riesce a fermare? Non
vale la pena provare piuttosto che morire giá di fame adesso per giocare al
gioco del rigore monetario a tutti i costi? Ci rendiamo allora conto del perché
una politica monetaria volta esclusivamente al controllo dell’inflazione (come é
dichiaratamente quella della BCE) non ha senso? La politica monetaria é uno
strumento preziosissimo per lo Stato, attraverso cui perseguire una piena
occupazione e il benessere sociale. Non per controllare l’inflazione punto.
ALTRIMENTI?
La gestione in autonomia della
propria politica monetaria é quindi fondamentale per permettere ad uno Stato di
finanziarsi direttamente, senza ricorrere ad alternative controproducenti. É infatti
essenzialmente nel momento in cui noi non abbiamo piú la nostra sovranitá
monetaria che ci rimangono solo due strade per finanziare la spesa pubblica:
- tartassare di tasse cittadini e imprese: in questo caso le tasse sí che servono a finanziare lo Stato, perché questo non emette piú la sua moneta e quindi la deve racimolare laddove ne trova. Va da sé che i cittadini spenderanno meno perché dovranno tirare la cinghia e le imprese perderanno capacitá produttiva, percui l’economia é destinata a rallentare;
- oppure indebitarsi presso privati (mercati finanziari), cui dovremo pagare interessi sempre piú alti nel tempo aumentando costantemente il debito pubblico, che é un vero debito solo nel momento in cui si contrae con dei privati. Non lo sarebbe in assoluto infatti se fosse contratto con la propria banca centrale, che é parte dello Stato stesso, percui l’uso stesso della parola debito sarebbe fuorviante.
Se la cosa sfugge di mano, va a
finire che si arriva perfino a tagliare
la spesa pubblica. Ma va? Suona quasi familiare...
CONCLUSIONE
Ora, é chiaro che se per un
profano come me basta informarsi un po’ per mettere in fila queste cose, i
nostri professoroni le sanno perfettamente sin dall’inizio. E allora? Cosa
dovremmo pensare di lorsignori? Malafede o idiozia?
Come sempre, probabilmente la
veritá sta nel mezzo. Nel senso che qualcuno con tutto questo sistema ci ha
fatto dei gran soldi. Ricordiamo che un sistema di questo tipo taglia i servizi
ai cittadini e li dissangua di tasse, il tutto per pagare gli interessi su un
debito che lo Stato ha contratto con dei privati. Tagliando i passi intermedi,
significa quindi prendere la ricchezza diffusa alla base e concentrarla nelle
mani di pochi privati al vertice della piramide sociale.
Ma non vogliamo essere
complottisti piú di tanto. Va riconosciuto infatti che esistono in questo mondo
dinamiche cosí complesse che, pur a volerlo fortemente, sfuggono al nostro controllo.
Puó essere quindi che come sempre queste cose siano diventate evidenti solo
ora, ma non lo fossero prima. Ognuno puó mantenere il proprio grado di
scetticismo di fronte a queste affermazioni – e il sottoscritto lo manterrá in
toto – eppure dopotutto é cosí. Magari l’obbiettivo era proprio quello che ci
hanno venduto in origine, ossia incrementare i commerci e il turismo in Europa beneficiando
di una moneta unica. Ora, io capisco che a volte i turisti possano essere un po’
rincoglioniti e si sbaglino a fare due conti, ma devo dire che i commercianti
(almeno quelli che di soldi ne muovono sul serio) credevo che almeno la
calcolatrice la sapessero usare. Mi sembra quindi una scusa incredibilmente
semplicistica, ma magari era molto piú articolata e complessa in origine e questo
é solo quello che é stato venduto a noi popolo.
Lasciamo allora stare il passato,
che passato resta e la dietrologia non serve a nulla. Quello che mi interessa
veramente é il futuro. La domanda ora quindi é: perché tutti continuano a
negare che le cose vadano strutturalmente male perché sono marce le regole del
gioco a cui stiamo giocando? E perché, al farglielo notare, tutti insistono che
queste regole non si possano cambiare? E qui allora mi dispiace, ma il passato torna
di stretta attualitá. Perché il discorso é esattamente lo stesso: cui prodest? A chi conviene? A noi non
conviene di certo, mi sembra chiaro. Di lacrime e sangue ne stiamo versando giá
anche troppe, e mi pare che a ben vedere siano perlopiú innecessarie. Quindi
dovremo davvero continuare a giocare a questo massacro per molto ancora? Quei
signori incravattati che ci dicono che é impossibile cambiare le cose, ci sono
o ci fanno? Perché essendo una convenzione umana, con che faccia ci dicono che
non si puó cambiare? E perché? Malafede o pura e semplice
idiozia?
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